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LIBRI

PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA. Note a margine e macerie.

17 Giugno 2022 by admin
Paesaggio dopo la battaglia segna il primo lavoro di Vasco Brondi – cantautore, musicista e scrittore – dopo la conclusione del progetto artistico Le luci della centrale elettrica, tra i più fecondi e incisivi sulla scena musicale indipendente del nuovo millennio. Questo libro raccoglie il diario – arricchito della parte inedita Fuochi supplementari – tenuto da Brondi nel corso della lavorazione dell’omonimo disco, uscito nel 2021 e concepito in parte durante l’epoca più dura e particolare che l’Italia e il mondo hanno attraversato negli ultimi anni. Scritto in una nazione deserta dentro notti silenziosissime tra Milano, Ferrara e ricordi di viaggi in India, a Lampedusa e nei paesi disabitati dell’Italia interna, accoglie tutto ciò che dalle canzoni esonda e che chiede uno spazio e un tempo ulteriori per essere raccontato. Gli eventi incontrollabili, l’evolversi della storia e le circostanze del momento, le sensazioni e il divenire quotidiano catturati con lingua poetica e pura, nella tensione a cercare la trasparenza e il rintocco degli altri in sé e di sé negli altri per costruire nidi anche nei posti più impervi .

TERRA. DIARIO DI LAVORAZIONE (O LA GLORIOSA AUTOSTRADA DEI RIPENSAMENTI)

28 Novembre 2019 by admin
Terra, l’ultimo disco delle Luci della centrale elettrica uscito nel 2017, non solo ha tracciato un ulteriore movimento nel cammino artistico e umano di Vasco Brondi, ma ha rappresentato la tappa conclusiva di un progetto, chiuso ufficialmente l’anno successivo, che ha percorso e cambiato la musica indipendente italiana. Questo libro raccoglie il diario di lavorazione del disco ed è il racconto del viaggio e delle divagazioni avvenute nei quasi due anni di scrittura e registrazione in studio. È ambientato tra la statale Adriatica e un’isola vulcanica, tra studi seminterrati e paesi disabitati in alta montagna, tra la Pianura Padana, il Nord Africa e l’America, in una costellazione inesausta di incontri, letture, ascolti, camminate, paesaggi. Così come l’album ha espresso un inedito linguaggio etnico, capace di abbracciare ritmi e immaginari distanti migliaia di chilometri e di dare vita a una poetica della contaminazione perfettamente contemporanea, così il diario rivela la materia dei giorni che sono alla sua origine, lasciandoci accedere alla parte più intima del cantiere emotivo e creativo di un artista. Con un prologo inedito dell’autore e una postfazione di Andrea Gentile.

2008-2018: DIECI ANNI TRA LA VIA EMILIA E LA VIA LATTEA

8 Novembre 2018 by admin
Dieci anni fa nasceva a Ferrara un progetto musicale con un nome preso in prestito a un paesaggio. Il paesaggio è quello della Montedison, quando di notte diventa luci e fumo. Le luci della centrale elettrica è il progetto musicale ideato da Vasco Brondi nel 2007 e apparso l’anno seguente nella scena musicale italiana conquistando pubblico e critica. Questo libro è la storia di dieci di dischi, concerti, viaggi, libri, incontri e vita, raccontata in prima persona da Vasco Brondi. Diario di bordo e fanzine illustrata, il volume raccoglie scritti, foto e disegni, insieme agli interventi di Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Daria Bignardi, Giorgio Canali, Lorenzo “Jovanotti” Cherubini, Emidio Clementi, Paolo Cognetti, Francesco De Gregori, Dente, Federico Dragogna, Daniele Gaglianone, Marco Lodoli, Enrico Molteni, Elisabetta Sgarbi, Davide Toffolo e Massimo Zamboni.

ANIME GALLEGGIANTI

14 Aprile 2016 by admin
Due musicisti, una zattera e un canale che collega Mantova al Delta del Po. È così che ha inizio lo straordinario viaggio di Vasco Brondi e Massimo Zamboni “dalla pianura al mare, tagliando per i campi”: per una settimana Massimo, Vasco e Piergiorgio, il fotografo che li accompagna, navigano a una velocità massima di dieci chilometri l’ora le acque magiche e surreali del Tartaro Canalbianco, uno dei tanti canali che attraversano la pianura padana nella zona del Polesine. Gli argini del canale sono molto alti, la pianura è solo una proiezione, mentre le giornate scorrono tra pescatori, aironi, immigrati rumeni e cinesi, pesci siluro, chiuse, tralicci e soste in paesi minuscoli. In mezzo a questa “Amazzonia immaginaria” il paesaggio apre ai ricordi infinite via di fuga e l’eco di coloro che della pianura hanno saputo narrare la malinconica bellezza – Zavattini, Celati, Ghini – si intreccia a un nuovo, universale, canto interiore. Due storie, anzi tre, e un viaggio a pochi chilometri da casa che si rivela la forma più pura di esplorazione, scoperta, incanto. Fotografie di Piergiorgio Casotti.

COME LE STRISCE CHE LASCIANO GLI AEREI

4 Ottobre 2012 by admin
Micol dai lunghi capelli rossi sotto il casco integrale. Rashid il nordafricano e la sua maglietta della nazionale italiana. Rico, una felpa rossa con il cappuccio e una grondaia sotto il braccio. Tre personaggi che si incrociano, si incontrano, si evitano. Ma si assomigliano: gli stessi pensieri, gli stessi gesti apparentemente insensati. Fanno da sfondo alle loro vite i phone center, quasi una succursale della propria casa, dove i momenti più intimi vengono esibiti in pubblico; la radio e la televisione che fanno la cronaca dell’ennesimo esodo; i cieli solcati da aerei che partono e arrivano lasciando nel cielo la loro scia.

COSA RACCONTEREMO DI QUESTI CAZZO DI ANNI ZERO

13 Ottobre 2009 by admin
“Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero” è praticamente un libro fotografico senza fotografie. Di cieli che arrivano al soffitto, dei trecentosessanta chilometri che ci dividono, dei trenta euro di treno. Parla di traslocare e di altre cose. Poteva chiamarsi anche “Non si esce vivi dalla pianura padana”. Parla dei nostri amori che fanno prendere i treni e che fanno perdere gli aerei. Dei nostri amori che come colonne sonore hanno dei telegiornali. Le nostre scenografie e le periferie. Un’intimità che diventa una marea, che esce dagli occhi e dalla bocca e che entra nelle città e nelle case blindate. Le tue ansie planetarie. Tu che sorridi agli autovelox. Ferrara che potrebbe essere tutte le città di provincia, silenziose e deserte di sera. Le passeggiate dei poliziotti di quartiere. Occhiaie azzurre e narrazioni imprecise. Con talmente tante colonne sonore che si possono sentire anche se lo si legge in silenzio.

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